Quest’anno alla Maratona di Roma, abbiamo avuto due splendide Donne che hanno gareggiato per Ilrosacheosa.
Le abbiamo supportate lungo tutti i 42,195 Km e loro ci hanno ripagato con una grande emozione. Qui di seguito le parole di alcune di noi che hanno vissuto quei momenti con commozione, eccitazione, apprensione e gioia pura.
La maratona è sicuramente una metafora della vita. OGNI PASSO, DALL’INIZIO ALLA FINE, RIPRODUCE UN PARTICOLARE STATO D’ANIMO E FISICO CHE E’ NELLA VITA DI CIASCUNO DI NOI.
Si parte con grande entusiasmo, ci si saluta con gioia, ci si incontra, si fa un percorso insieme e, qualche volta si perde o si acquista qualcuno nel nostro percorso. Ma l’evento più importante è il percorso in noi stessi e con noi stessi, poiché spesso, purtroppo o per fortuna, ci si ritrova soli.
Quando ho deciso di dedicare la mia maratona alle donne de Ilrosacheosa mi sono domandata spesso il significato del mio sforzo e durante la mia preparazione (ben misera per tutti gli infortuni occorsimi nell’ultimo periodo), non ho trovato risposte, ero semplicemente trascinata dal vostro entusiasmo.
Ho aiutato per quanto possibile Luciana nell’affrontare la sua prima esperienza che, devo dire è stata semplicemente grandiosa, ma di me mi preoccupavo poco, almeno all’inizio.
Poi le giornate passavano, ho avuto gli infortuni, l’ultimo addirittura mi impediva la respirazione corretta e mi domandavo come avrei potuto affrontare uno sforzo che richiede, fiato, coraggio, allenamento e cuore…
Vi confesso che senza di voi, senza il significato che abbiamo voluto dare alla nostra maratona, non sarei partita, avrei rinunciato.
Eppure sono partita, stanca e un po’ provata, ma sapervi lungo il percorso mi ha motivato moltissimo. Vi vedevo da lontano, riconoscevo le sagome, le voci, la “caciara” e per me era come prendere un integratore. L’organizzazione delle mie cheerleader è stata perfetta: eravate sempre nel punto giusto e al momento giusto soprattutto.
Vi trovavo da un lato del Tevere e dopo un pò dall’altra parte; vi scovavo negli angolini, uscivate dall’ombra come fatine ondeggianti. Nei momenti peggiori, vi siete organizzate per farci avere l’acqua gasata che ha fatto veramente per me la differenza. Dal 30 al 32 km ero senza forze, disidrata e nauseata dall’acqua calda e dagli integratori troppo dolci dei ristori e meno male che Lisa è stata ovunque.
Ma che dirvi? vi ho amato tutte, dalla prima all’ultima, Emanuela, Daniela, Anna, Francesca sul lungotevere, Romana e Nunzia, Paola e Giusy e che dire di Francesca che mi ha inseguito a piazza Navona che dalle foto sembra un “vu’ cumprà” che mi vuole vendere la bandiera? A ben vedere avete fatto almeno 5 km ciascuna, oltre alla stracittadina. Ho sofferto moltissimo e solo la paura di deludervi, di non farmi trovare ad uno degli appuntamenti mi ha spinto oltre i miei limiti. Chi non ha mai superato i propri limiti come in una maratona non sa quanto possano essere pesanti gli ultimi km e vedervi quasi all’arrivo mi ha fatto piangere, mi ha spinto con grande forza lungo la discesa di via IV Novembre, mi ha fatto gridare di orgoglio ciò che rappresentavo e mi ha fatto piangere mentre tagliavo il traguardo.
Sapete cosa si dice della Maratona?
IL VERO MIRACOLO E’ AVER AVUTO IL CORAGGIO DI PARTIRE, il vostro coraggio!
Daniela
Anche io mi sono emozionata tantissimo, mentre partecipavo insieme a Daniela, nel rendermi conto di quanta solidarietà esiste nel mondo e viene comunicata attraverso lo sport. Ho amato anche Roma e le sue meravigliose infinite e possibilità. Un grazie a tutte e a tutti.
Luciana
Ho sempre considerato la Maratona la disciplina sportiva per eccellenza.
Ogni volta che si pronuncia questa parola mi tornano in mente due momenti: Filippide che corre per annunciare la vittoria di Atene contro Sparta a Maratona, e la corsa di un piccolo grande uomo etiope che a piedi scalzi vince la Maratona olimpica a Roma nel 1960: Abebe Bikila.
Oggi, otto aprile 2018, si è corsa a Roma la Maratona. Qualcuno penserà: si, va bene, ormai è una routine. Tutte le domeniche ce n’è una. Tutte le domeniche una città viene bloccata per sti’ quattro folli…
Io oggi mi sono emozionata nell’assistere alla Maratona di Roma. Non ho visto chi è arrivato tra i primi, onore a loro. Ma ho potuto ammirare quelle migliaia di persone che hanno corso, sospinto, condiviso, motivato, aiutato se stessi e chi era con loro, conosciuto o amico del momento.
Vedere gli “spingitori” che hanno condiviso questa esperienza con persone inabili a muoversi poste su particolari carrozzine e spinte per tutto il percorso, le persone autistiche con i loro accompagnatori, sono stati momenti di richiamo all’umiltà per ognuno di noi.
La Maratona di oggi ha avuto anche un senso speciale per chi condivide le attività e gli ideali de “ILROSACHEOSA”: due donne, Luciana e Daniela, apparentemente due persone normali, hanno corso per noi, hanno corso con noi. Si, hanno corso con noi al loro fianco. Le abbiamo attese, le abbiamo sostenute ed accompagnate quando possibile, abbiamo urlato e le abbiamo incitate. Loro ci hanno ripagato portando a termine la Maratona. Aspettarle al traguardo accolte da Centurioni che rendevano onore, vedere tagliare il traguardo con il nostro vessillo ed i colori del rosa per condividere tutto ciò con le donne operate di tumore al seno è stato da brividi. Donne dal Cuore grande che alla vigilia temevano di non riuscire. Donne che hanno fatto l’impresa: quarantaduechilometriecentonovantacinquemetri. Solo a scriverlo… non finisce mai.
Nunzia
La Maratona di Roma 2018, quest’anno l’ho vissuta da dentro, di lato, tra le mappe per conoscere il percorso, la lista delle strade, la lista dei punti ristoro, la nostra postazione presso la Nuvola di Fuksas allo Sport expo Marathon Village all’Eur, ma soprattutto l’ho vissuta con un orecchio teso per sentire come stavano le nostre due Donne che vi avrebbero partecipato per noi, per ILROSACHEOSA.
Loro sono Daniela e Luciana.
Daniela Paciotti, la conoscono in molti, veterana alla sua 4^ maratona, ma pochi giorni prima aveva fatto le lastre per una sospetta frattura alle costole.
Luciana, neofita alla sua prima esperienza, aveva un problema ad un ginocchio e ci aveva promesso che avrebbe cercato di fare almeno una decina di Km.
Insomma una di quelle situazioni fisiche che quando ti chiama a casa l’amica per uscire, tu le dici che… “no grazie” non puoi, non stai bene e non vuoi peggiorare la situazione e che è meglio riguardarsi.
Ilrosacheosa voleva, noi volevamo fortemente che le nostre due bandiere varcassero il traguardo posto al Km. 42.195 per testimoniare il nostro esserci e la voglia di raggiungere il nostro personale traguardo di una vita migliore, più consapevole di noi stesse e più felice … nonostante tutto.
Le nostre Donne hanno dato sé stesse per realizzare il nostro sogno.
Le nostre intenzioni si sono mescolate a quelle di altri 14 mila partecipanti provenienti da 131 paesi diversi, ciascuno con una motivazione, un suo bagaglio di anni, di vita e di situazioni personali e fisiche diverse.
Chi poteva ha spinto da solo la sua carrozzina, chi non poteva aveva i sui “spingitori” esseri umani che ti riconciliano con la vita e con l’idea che ancora qualcuno è rimasto umano.
Con Nunzia abbiamo sostato per ore in Largo Argentina ed ho visto la fatica trasfigurare i volti, i corpi avanzare più per volontà, resilienza e determinazione che per reali possibilità di farlo, ho visto giovani, vecchi, donne e uomini, uomini indossare un tutù di tulle rosa ed allora ho pensato a Bob Carey, quello del The “Tutu Project”: un uomo, un tulle rosa e la lunga lotta contro il cancro “Tutù project”
Ho visto che nessuno aveva la minima intenzione di mollare.
Abbiamo cercato di stare vicino alle nostre Donne lungo il percorso, in orari diversi, di fare con loro un pezzo di strada, di farci vedere magari quando la stanchezza si stava prendendo la sua rivincita e soprattutto far loro capire che le avremmo aspettate all’arrivo, che volevamo che arrivassero, che Ilrosacheosa doveva finire la sua prima Maratona.
Lo confesso, mi sono sentita tremendamente in colpa e quando ci hanno voltato le spalle per affrontare gli ultimi 5 km. Avrei voluto urlargli di fermarsi, di lasciar perdere, che andava bene così, ma non me lo avrebbero perdonato, ne sono sicura.
Facile per me incitare loro dopo aver sorbito un caffè delizioso in compagnia delle altre amiche e di Francesco, mentre aspettavamo il loro passaggio.
Finalmente eccole, ragazze che emozione, distrutte, ma determinate a finire, ad arrivare, ad arrivare per noi, ma ciò che vorrei descrivere è la “corrente e l’empatia” che c’è stata tra noi tutte, si!
Loro erano sul percorso, loro erano quelle che stavano facendo la Maratona, ma credetemi con i loro occhi ci hanno tranquillizzato, non stavano faticando e soffrendo per qualcun altro, non stavano facendo un favore a nessuno, non ci stavano facendo un piacere.
Loro… eravamo tutte noi, tutte noi abbiamo fatto la 24^ Maratona di Roma 2018.
Rifletto oggi sulla potenza e la forza di un gruppo che condivide gli stessi ideali.
Romana
È passato del tempo da quando nell’antica Grecia le olimpiadi erano aperte solo agli uomini, le donne non potevano né partecipare né assistere. Le cose sono molto cambiate, basta guardare cosa sono state capaci di fare le atlete nelle recenti Olimpiadi invernali!!! La maratona di domenica non è stata una semplice gara, ma una lezione di vita, anzi, una metafora della vita!!! Una enorme carica per iniziare, la perseveranza nell’affrontare la fatica al di là dei propri limiti e il taglio del traguardo come raggiungimento di un obbiettivo. Le nostre due atlete che ci hanno degnamente rappresentato hanno compiuto un capolavoro, e non si dicesse che le donne manchino di determinazione, di forza, di coraggio e di grinta e chi ne ha più ne metta!! Daniela e Luciana ne hanno dato ampia prova, i loro volti parlavano da soli, c’era scritta la gioia, il turbinio di emozioni, la fatica, ma la voglia di mettersi in gioco era tanta, e il risultato è stato eccezionale, donne da prendere come esempio, da celebrare, che mi hanno fatto pensare che un giorno forse lo farò anche io!!!!! Donne con queste caratteristiche non potrebbero che far parte del meraviglioso gruppo de “Ilrosacheosa”!!!!
Adriana
Ero appostata lì, sull’anello che la maratona di Roma fa all’interno del mio quartiere, il Flaminio. In una mano la bustina con le bottigliette di acqua super frizzante, nell’altra l’iPad sul quale seguivo il tracciato delle pettorine di Daniela e Luciana. In attesa al 31 esimo km delle nostre eroiche donne in rosa, osservavo il passaggio di un’umanità variegata che mi contagiava di passione, allegria, sfida, una ragazza orientale in abito tradizionale dallo splendido sorriso, un signore di soli 90 anni col cappelletto calcato in testa, ragazzi su sedie a rotelle spinti da valorosi assistenti… Fosse sempre così questa città, accogliente, civile, impegnata… Ed eccole le nostre! Luciana col bel fazzoletto rosa in testa e Daniela col suo cappellino con le ali di Mercurio! E tutte e due ce l’avevano scritto in faccia nonostante la fatica evidente: arriviamo fino alla fine! Grandissime voi e grandissimi tutti i maratoneti!
Lisa